giovedì 16 marzo 2017

Gregorio XIII e il Calendario

giovedì 16 marzo 2017 - Sensi e Sensazioni

Una sera del 1582 accadde una cosa assai strana: chi andò a dormire il giorno 4 ottobre, al mattino si risvegliò che era il 15 ottobre. 


Il calendario adottato in occidente fino a quell’anno era il Calendario Giuliano, voluto da Giulio Cesare nel 46 a.C. per uniformare la misura dell’anno in quello che da lì a qualche decennio sarebbe diventato l’Impero Romano.

Gli astronomi del tempo avevano calcolato l’anno solare, il periodo cioè che intercorreva tra due identiche posizioni delle stelle fisse rispetto alla terra, considerando la rotazione della volta celeste intorno alla terra e quantificandola in 365 giorni e 6 ore, quest'ultime da recuperare ogni 4 anni, creando l’anno bisestile.

Ma gli astronomi del tempo non sapevano che quell’arco temporale era il periodo di rivoluzione della terra intorno al Sole e che la determinazione della durata dell’anno non era perfetta, ma un po’ più corta ed esattamente di 11 minuti e 14 secondi.

Quella piccola e apparentemente insignificante differenza comportava che ogni 128 anni si accumulasse un giorno, con conseguente slittamento delle date degli eventi astronomici, come gli equinozi  che, con il trascorre dei secoli, venivano a cadere non più in giorni fissi.

In pratica, verso la fine del I° secolo d.C. il 31 luglio era in effetti il 1° Agosto (anche se nessuno probabilmente se ne  accorse) e con il trascorrere dei secoli, la differenza diventò sempre più rilevante.

Gregorio XIII - Bartolomeo Passarotti (Bologna, 1529-1592).
Nel 1582 papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, una formazione da giurista e uomo di notevole cultura, era arrivato a ricoprire la massima carica ecclesiastica nel 1572. 
Discutendo un giorno con lo scienziato Egnatio Danti, sollevò il problema che il giorno dell’equinozio di primavera, dal Concilio di Nicea (325 d.C.), si era spostato di 10 giorni: dal 21 marzo all’11 marzo. Le meridiane mostravano infatti, che il sole si trovava all’equinozio con anticipo di 10 giorni. Niente di troppo grave, se non fosse che in questo modo sballava completamente la data per la Pasqua, da celebrare, secondo il dettame del concilio: “la prima domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera”. 

Era evidente che il Calendario Giuliano, poneva un problema di ordine religioso, che non poteva più essere ignorato e che era necessario correggere l’errore e adottare un nuovo calendario che tenesse conto dell’effettiva durata dell’anno terrestre.


Fu così concepito, con la bolla papale “Inter gravissimas”, il Calendario Gregoriano, adottato subito da tutti i paesi cattolici, successivamente dai paesi protestanti, più recentemente dai paesi ortodossi.

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