venerdì 14 ottobre 2016 - Andiamo al Cinema
Finalmente in sala a rendersi conto di come Howard ha trasportato l'opera di Dan Brown in immagini che dovrebbero come nel libro, lasciare un segno.
Film lento, completamente diverso dagli altri due precedenti e con un Tom Hanks sempre interessante e bravo anche se comincia a soffrire il tempo che passa.
Il tema è di un’attualità pazzesca e fa riflettere.
Approfondite spiegazioni alla somma opera di Dante e dei luoghi e delle opere d'arte che si trovano a Firenze, Venezia e IstanbuI, tanto da indurmi a riproporre una mia recensione del 2012 come omaggio al libro letto.
Film lento, completamente diverso dagli altri due precedenti e con un Tom Hanks sempre interessante e bravo anche se comincia a soffrire il tempo che passa.
Il tema è di un’attualità pazzesca e fa riflettere.
Approfondite spiegazioni alla somma opera di Dante e dei luoghi e delle opere d'arte che si trovano a Firenze, Venezia e IstanbuI, tanto da indurmi a riproporre una mia recensione del 2012 come omaggio al libro letto.
lunedi 23 gennaio 2012
Il mio personale omaggio all’ultima opera di uno scrittore che sempre ti sorprende e ti incanta con le sue storie.
“I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali”
Firenze
“... Al centro dello skyline si innalzava un’imponente cupola di mattoni rossi, la cui sommità era decorata con una palla di rame dorata, che scintillava come un faro. Il Duomo. Brunelleschi aveva fatto la storia dell’architettura progettandone la massiccia cupola e ora, più di cinquecento anni dopo, la struttura alta centoquindici metri manteneva ancora salda la sua posizione, un gigante inamovibilein piazza del Duomo.”
Venezia
“...Dalla sommità del frontone centrale, una slanciata statua di san Marco osserva dall’alto la piazza che porta il suo nome. I piedi poggiano sulla punta di un arco inflesso blu notte, punteggiato di stelle d’oro. Contro questo sfondo colorato si staglia il dorato leone alato di Venezia, mascotte scintillante della città.
Ma è sotto il leone d’oro che la basilica esibisce uno dei suoi tesori più famosi: quattro giganteschi stalloni in bronzo dorato e argentato...”
Istambul - Ayasofya
“Una montagna, più che una costruzione.
Scintillante sotto la pioggia, la mole smisurata di Santa Sofia sembrava già di per sè una città. La cupola centrale - enorme, percorsa da costolature grigio argento - pareva poggiare su un agglomerato di altri edifici a cupola ammassati intorno a essa.
Per quasi un migliaio di anni era stata la chiesa più grande del mondo, e ancora oggi era difficile immaginare qualcosa di più enorme. Rivedendola, a Langdon tornò in mente che l’imperatore Giustiniano, dopo il completamento di Santa Sofia, aveva esclamato: ”Ti ho superato, Salomone!”:
“Indicò la grande abside, dove la Vergine e il Bambino guardavano in basso verso il mihrab, la nicchia semicircolare che nelle moschee indica la direzione della Mecca".
Yerebatan Sarayi
“La laguna che non riflette stelle... Dall’acqua si ergevano, perfettamente allineate in file che parevano estendersi all’infinito, centinaia e centinaia di spesse colonne alte nove metri che sostenevano il soffitto a volta della cisterna. Le colonne erano illuminate dal basso da una serie di faretti rossi, una foresta surreale di tronchi luminosi che si allontanavano nell’oscurità come in un gioco di specchi...”
“Là giù nell’imo palagio il mostro ctonio attende... Dall’acqua spuntava un enorme blocco di marmo intagliato, la testa di Medusa con i serpenti al posto dei capelli. A rendere quella visione ancora più bizzarra era il fatto che la testa era stata sistemata con il collo verso l’alto...”
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