martedì 13 ottobre 2015 - Sensi e Sensazioni
l’Arancio
è l'oro del crepuscolo mattutino
è l'aura sorgente nel plenilunio
è il colore delle foglie autunnali
è l’energia che si stacca dal distruttivo fuoco primigenio (rosso),
che si promette “contenuta” nella luce vivificante (giallo)
l’Arancio di San Domenico
Si dice che il primo arancio introdotto in Italia fu quello portato da San Domenico nel 1220 che dalla sua terra d'origine, la Spagna, ne portò un pollone piantandolo nel chiosco della basilica di Santa Sabina, sull'Aventino a Roma.
L'antica pianta seccò, ma non è mai morta del tutto; attraverso i polloni nati dalle sue radici ha continuato a dare frutti, ecco perchè quest'albero è considerato miracoloso.
Pare che le cinque arance candite che Santa Caterina da Siena offrì al papa Urbano VI
provenissero proprio da questo miracoloso albero: si era nell'anno 1379.
l’Arancio nella Storia
La Mezquita di Cordova è uno dei monumenti più importanti della spagna occidentale, simbolo quintessenziale dell'archiettura islamica nella penisola iberica. Si tratta infatti di una moschea di dimensioni colossali, a cui sono stati aggiunte delle sezioni durante l'epoca della dominazione cristiana.
La zona verde più maestosa della moschea è il patio degli aranci (patio de los naranjos): un enorme spazio interno che si estende protetto dalle mura della moschea, punteggiato di arcate, alberi, fiori e fontane.
In questo luogo mistico e rilassante la gente veniva a pregare in solitudine, e lo stesso Averroé
(Cordova, 14 aprile 1126 - Marrakech, 10 dicembre 1198), filosofo, medico, matematico e giurisperito arabo teneva qui le sue lezioni di filosofia.
l’Arancio come Simbolo
L'arancia è un frutto succoso, rotondo, ricco di semi e di spicchi.
È simbolo di fecondità e prosperità e per i suoi colori caldi, ricorda l’amore.
Il suo fiore, leggero, profumato, candido, ne ha assimilato il significato, divenendo augurio di amore, felicità e ricchezza per gli sposi e soprattutto di fertilità per la sposa.
Arancio era il simbolo della Madonna che, recando sia fiori che frutti era inteso come allusione alla miracolosa maternità verginale della madre di Gesù.
Nel 1482 l’arancio avrà un importante risalto nella Primavera del Botticelli, come elemento ornamentale intorno alla figura di Venere.
l'Arancio nell’Arte
Fra le molte altre opere a tema religioso dove compare, si ricorda:
la Madonna dell’arancia di Cima da Conegliano (Venezia, Galleria dell’Accademia),
l’Annunciazione del fiammingo Roger Van der Weyden (Louvre),
la Vergine delle rose di Stefan Lochner (Ricartz Museum),
la Madonna della Tenda di Giampietrino,
la Pala di San Cassiano di Antonello da Messina (Vienna) nel Battesimo di Cristo.
E poi ancora Angelo Poliziano nelle sue Stanze (I, 94) cita l’arancio quale frutto paradisiaco,
equivalente dei pomi d’oro raccolti dalla ninfa Atalanta.
Pietro Mattioli, medico e umanista, pensava che l’etimologia della parola “arancia” derivasse dal latino aurantia poma, frutti dorati.
Nel Cenacolo di Leonardo l’arancia compare sia nel festone di destra che sulla tavola,
da sola o a spicchi insieme ai cibi, nei piatti.
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