giovedì 14 novembre 2013 - Caribuni Mlali
Alla fine del nostro lavoro alla missione di Mlali, ci concediamo tre giorni di relax per visitare Dar e fare un tuffo nel mitico oceano. Eccoci pertanto sull’autobus di linea che collega le due capitali e che in otto ore sofferte, ci scarica nella metropoli (oltre 3.000.000 di abitanti).
Dar es Salaam (in arabo "casa della pace") è la più grande città della Tanzanìa, il principale polo economico e il primo porto del paese.
Pur avendo perso lo status di capitale nel 1996, formalmente sostituita da Dodoma, Dar ospita tuttora la maggior parte delle funzioni amministrative del paese, oltre a essere capoluogo della regione omonima.
Si affaccia sull'Oceano Indiano, su una baia naturale antistante il tratto di mare compreso fra le isole di Zanzibar e Mafia e, pur essendo la città più sviluppata della Tanzania, mantiene tuttora l'atmosfera e l'aspetto tipico della città coloniale. I grattacieli e i grandi viali presenti in alcuni quartieri costituiscono un'eccezione; la maggior parte degli edifici sono bassi, le vie polverose e affollate, e le palme e le mangrovie dominano ancora la costa. Nel porto attraccano grandi navi da crociera e mercantili, ma anche i dhow a vela e le canoe dei pescatori.
Una città caotica che non offre particolari attrattive. Attraversiamo due volte la baia, con il battello per Kigamboni, con lo sfondo dello skyline del downtown della città e possiamo immegerci per un po’ nel traffico e nella confusione, visitando il mercato del pesce e assaggiando curiosità e specialità culinarie offerte dalle bancarelle ai bordi della strada: ananas, manghi, crostacei fritti e polipi a tocchetti, decorati con polveri rosse e piccanti e tante altre leccornie che richiamano passanti forse affamati o deliziati dal loro profumo e colore. Siamo attratti dai mercati che, ovunque, si materializzano ai nostri occhi, nella più grande confusione di gente e merci, allineate e destinate ai locali e a pochi improbabili turisti.
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