venerdì 4 dicembre 2015 - Good Morning Caldiero
Nell’erogare il contributo per lo studio di fattibilità della fusione dei quattro comuni (Belfiore-Caldiero-Colognola-Illasi), la Giunta della Regione, con delibera del giugno 2014, aveva indicato il preciso obiettivo di: fornire ai centri di responsabilità politica e amministrativa, ma soprattutto alla cittadinanza, l’insieme delle informazioni necessarie alla decisione per il concreto avvio del procedimento di fusione.
Tralasciamo costo e affidamento dello studio, che poteva benissimo essere fatto, a importo relativamente più basso, dal coordinamento degli uffici comunali dei paesi interessati, e soffermiamoci su come poteva e doveva essere coinvolta la popolazione in un progetto avanguardistico, primo nella sua specie, che avrebbe visto sorgere un potenziale nucleo coeso, per immediatamente accedere a innumerevoli benefici e, una volta per tutte, abbandonare il capestro dei vincoli del “Patto di Stabilità”.
Plus riconoscibili da tutti:
. un nuovo Comune di circa 25.000 abitanti, il più grande, per estensione e numero di residenti, dell'Est veronese; il terzo della provincia, dopo la città e Villafranca;
. l’esenzione per cinque anni dai vincoli del Patto di Stabilità, con possibilità quindi di investire sul territorio circa12 milioni di euro;
. il ripristino dei trasferimenti dello Stato ai livelli del 2010, equivalente a un’entrata di 800 mila euro annui;
. incremento del 30 per cento sui trasferimenti dallo Stato, per 20 anni;
. la possibilità di nuovo personale, esautorati dal vincolo di divieto di assunzione. Attualmente il rapporto tra dipendenti e residenti per Caldiero (2,2) per ogni mille abitanti, per Belfiore (2,96), mentre la media nazionale è di oltre 4,5.
. possibilità di spuntare prezzi migliori in termini di lavori pubblici e forniture;
. riassetto organizzativo, con riduzione drastica dei costi di gestione legati al funzionamento dei quattro consigli comunali, delle quattro giunte e di quattro sindaci;
. capacità politica di maggior trattativa su finanziamenti pubblici;
. abbassamento della pressione fiscale per i propri cittadini;
. incremento e sviluppo dei servizi pubblici;
. riduzione delle spese della macchina amministrativa e dei costi di personale e di gestione dell'ente;
. possibilità di rimandare al 2017 le elezioni per Belfiore e Colognola, lasciando le attuali amministrazioni, in attesa della fusione definitiva.
E’ chiaro che se i quattro consigli comunali fossero stati uniti e avessero spinto nella stessa direzione, anche il referendum della popolazione avrebbe forse preso la giusta piega.
Sino al giugno scorso le parole del sindaco di Colognola sembravano confermare lo stesso pensiero dei suoi colleghi: “La gente, per poter scegliere, deve essere adeguatamente informata. Deve sapere, per esempio, che con la fusione dei Comuni non perderebbe alcun servizio e che, anzi, porterebbe a un incremento di quelli attuali. Colognola, poi, che è il comune più grande, potrebbe fungere da baricentro del supercomune”. Lo studio di fattibilità, una volta ultimato, sarà illustrato in incontri pubblici nei Comuni interessati e poi si consulterà la popolazione invitandola alle urne. “Il futuro amministrativo va in questa direzione: pensa in grande scala soprattutto per puntare a risparmi economici e per usufruire di contributi regionali, statali o europei che un Comune solo, delle dimensioni dei nostri, difficilmente ottiene”. “La fusione è un processo che richiede apertura; il referendum permetterà di capire se le tradizioni proprie di ogni paese saranno prevalenti o meno sugli interessi economici collettivi che stanno, invece, alla base della fusione”.
Poi la svolta. Domenica 29 novembre, la giunta di Colognola, con le parole del suo sindaco, blocca di fatto e getta alle ortiche quello che poteva essere un progetto lungimirante.
“Non sussistono allo stato attuale i presupposti necessari per una decisione ponderata sul progetto di fusione da parte del Comune di Colognola e pertanto si ritiene opportuno assumere una posizione sospensiva dell’iter procedurale”.
“L’imminente scadenza dell’attuale amministrazione non consente l’assunzione di una responsabilità così significativa per la popolazione in contesto di fine mandato”.
“A Colognola ci sono asset patrimoniali e finanziari realizzati con i soldi dei colognolesi il cui beneficio sarebbe corretto andasse a chi li ha prodotti, ma per farlo è necessaria una trattativa con i Comuni partner, che non si può fare in così poco tempo”.
La conclusione può essere riassunta in questi termini:
. Illasi con rammarico, si trova geograficamente escluso dalla fusione:
. Belfiore e Caldiero proveranno a confrontarsi con i loro cittadini, con grandi difficoltà, e su un percorso molto più ridimensionato;
. Colognola, a detta della sua giunta, dall’alto della sua posizione patrimoniale e finanziaria, molto più solida, sceglie l’attesa: perchè l’avvicinarsi delle prossime elezioni non consente una valutazione sufficientemente ponderata dello studio di fattibilità e il necessario confronto con la gente.
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