domenica 13 settembre 2015 - Andar per città
Un cenobio benedettino nell’Insula Pomposia è certo, in un documento dell’anno 874, ma l’abbazia, ricca e potente, raggiunge l’apice della sua fama e l’indipendenza nel XI secolo.
L’abate Guido degli Strambiati (morto nel 1046) è l’iniziatore della radicale riforma delle fabbriche pomposiane che, nel corso del XI secolo, vengono ampliate e abbellite: riconsacrata la chiesa, costruita la torre campanaria, i chiostri e il palazzo della Ragione, nel quale l’abate di Pomposa esercitava la giustizia civile.
Centro primario di vita religiosa e spirituale, fu frequentata da numerose personalità illustri, tra cui spiccano San Pier Damiani e Guido d’Arezzo.
Contava più di cento monaci; fama e prosperità proseguono per i due secoli successivi, ma già nel XIV secolo è in forte declino, nonostante si abbia ancora la possibilità di compiere, a più riprese nell’arco del secolo, i grandi cicli pittorici del capitolo, del refettorio e della chiesa.
Nel 1496 Pomposa è indicata tra i beni del monastero di San Benedetto a Ferrara: nel 1552 il Papa Innocenzo X sopprime ufficialmente il monastero pomposiano.
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