venerdì 18 aprile 2014

Gigolò per caso di John Turturro

venerdì 18 aprile 2014 - Andiamo al Cinema


(Nino Pell)  
Commedia agrodolce dalle tinte nerorealistiche
Questo film si presenta, a livello di facciata, come una commedia gradevole, ricca di gustose situazioni umoristiche che danno vivacità soprattutto alla prima metà del film e questo soprattutto grazie al personaggio intepretato da Woody Allen. Ma poi lo spettatore attento successivamente si accorge che il senso di questa pellicola è quello di trasmettere un messaggio diretto, cinico e senza vie d'uscita: la solitudine in epoca contemporanea nell'ambito dei rapporti affettivi. Tematica questa ovviamente non affatto nuova in tutti quei film dove compare Allen. Un profondo senso di solitudine, appunto, che i personaggi di questa storia cercano di attenuare tuffandosi in rapporti passeggeri e di tipo veniale. Alla fine sembra che nessuno ne esca vincitore, ma che anzi un pò tutti i personaggi della vicenda sprofondino in una perenne infelicità: chi per timore reverenziale del proprio credo religioso (la protagonista vedova intepretata da Vanessa Paradis che è costretta a rinunciare al vero amore per scegliere forzatamente un uomo della sua stessa dottrina) e chi per il disincanto di una grande storia d'amore e di sentimenti mai concretizzata (appunto, il personaggio Fioravante che nel finale, ritornato solo, preferisce continuare a fare il gigolò). Paradossalmente l'unico che alla fine ci risulta essere come il meno infelice è il sig. Murray (Woody Allen), faccendiere di incontri casuali a pagamento, il quale si ritrova comunque "coccolato" dal grande affetto di una donna di colore e dei suoi quattro figlioletti. Un film che, dunque, solo apparentemente risulterebbe essere una simpatica commedia da passatempo, ma che in realtà la si può senza dubbio classificare come una pellicola dalle tinte neorealistiche, proiettate in questa nostra epoca contemporanea e con un finale, pertanto, senza mezze vie di uscite.  

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