giovedì 7 settembre 2023 - Sensi e Sensazioni
Se Ravello ti lascia una pace interna dovuta al suo silenzio, è doveroso visitare questa villa simbolo del borgo e gioiello architettonico con i meravigliosi giardini.
La Famiglia dei Rufolo, per più di due secoli, simbolo della potenza economica e politica del paese nel periodo Medioevale, la eresse come dimora nel XIII secolo, utilizzando elementi arabi e bizantini.
Secondo le credenze locali, il Boccaccio, in ottimi rapporti con la famiglia Rufolo, si recava spesso in visita alla Villa. Prova sarebbe la novella dedicata proprio a Landolfo Rufolo presente nel suo Decamerone.
Con il declino della Repubblica Amalfitana e della Famiglia, la villa si riduce a un rudere inagibile e abbandonato, sino a metà Ottocento, quando un lord scozzese di nome Sir Francis Neville Reid, l’acquista e la fa tornare allo splendore che oggi vediamo.
La piccola Alhambra che s’incontra entrando, il Chiostro moresco, la Torre Maggiore e la vista mozzafiato sulla Costiera la rendono unica.
Il giardino, definito “Giardino dell’Anima”, riporta ad atmosfere romantiche e magiche, tanto che Richard Wagner con le parole: “Il giardino di Klingsor è stato trovato” si ispirò per il suo “Parsifal”.
In onore del grande maestro, la Villa ospita ogni anno i concerti wagneriani del Ravello Festival.
Il giardino è diventato famoso anche come set per i film “La Principessa Sissi” (1955); una novella del Decameron di Pasolini (1971) e “A Good Woman” con Helen Hunt (2004).
La foto cartolina simbolo di Ravello e quintessenza della Costiera Amalfitana deve essere scattata inquadrando la Chiesa dell’Annunziata e un albero secolare in primo piano, mentre alle spalle il Golfo di Salerno si apre in lontananza, tra cielo e mare.
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