lunedì 6 febbraio 2017 - Sensi e Sensazioni
Oggi mi si è letteralmente dissolto tra le mani "il mio" ombrello. Ho provato a rianimarlo, ma non c’è stato più niente da fare!
Non era un semplice accessorio per la pioggia, era un simbolo, un compagno di viaggio, una storia, un racconto, un vanto e una forma di sicurezza.
Avete presente la coperta di Linus? (abbiamo più o meno la stessa età). Ecco!
Non lo aprivo mai, solo nelle citazioni o nelle dimostrazioni! Ma saperlo al mio fianco, o meglio nella mia auto, lì, non come para pioggia, ma come para cadute, quelle della sorte, quelle della vita, mi dava conforto e anche una specie di forza interiore.
Ho sempre odiato gli ombrelli, ingombranti, intriganti, dalla vita e per la vita effimera e dispersiva.
Ma il mio non era di quella razza! Era, per dirla con Linus, un ombrello di sicurezza, Era un amico, a cui mi rivolgevo nel momento del bisogno.
Veniva da lontano, dalla Scandinavia, non era vecchio e sembrava forte, come quei caratteri che discendono dalle terre del nord. Non era vero, anche lui era figlio del progresso e della tecnologia. All’apparenza tutto d’un pezzo, ma all’interno fragile come la solitudine.
Addio caro compagno, come tutte le cose belle che finiscono, anche tu mi hai fatto riflettere sulla caducità della vita.
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