mercoledì 14 settembre 2016 - Sensi e Sensazioni
Era il 1963 e, il compianto maestro Bignotto a San Bonifacio era il polo istruttore, per tutta la voglia di suonare della provincia.
Non c’era paese dell’hinterland che non vedesse fiorire complessi e soprattutto chitarristi con la smania di salire su di un palco della piazza grande.
E la musica che andava per la maggiore in quei giorni era quella degli Shadows, un quartetto rock inglese nato per accompagnare Cliff Richard e che dominò la scena musicale inglese dal 1960, sino all’avvento dei Beatles.
Un’altra grande leggenda e guru per noi principianti strimpellatori era Duane Eddy, considerato uno dei migliori chitarristi di ogni tempo.
E poi c’erano Santo & Johnny che, col loro sound caratteristico, dovuto all'uso della "chitarra hawaiana", incantavano le folle.
Chi non ha suonato o almeno tentato di suonare "Apache", "Limbo Rock" o "Maria Elena"?
E poi scoppiarono gli anni “sessanta” e tutto il resto diventò storia.
A distanza di cinquant’anni, frotte di ragazzini di primo pelo, che invidi perchè padroni di una tecnica inverosimile, si esibiscono in revival e cover di quegli anni. Le trasformano in gioielli perfetti con assoli che toccano il cielo e squarciano la mente.
Ma manca loro l’anima, quel qualcosa che arriva al cuore, che stringe la gola e soffoca una piccola lacrima: l’aver vissuto quei tempi, quei momenti e quella semplice felicità, da trasmettere al manico.
Siamo allora nomadi pellegrini, che vaghiamo, come zombie, alle fiere, alle sagre, alle feste meno importanti o alle ricorrenze.
Li chiamiamo concerti, ma sono solo apparizioni nostalgiche sul palco, a fatica conquistato, con l’affanno dell’età e dello sforzo dignitoso.
Ma sulle note di "quante le strade che un uomo farà...", riusciamo ancora a strappare un benevolo applauso di complicità.
Questa sera dove si suona?
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