sabato 10 maggio 2014 - Andiamo al Cinema
(Melvin II)
L’istituzione del matrimonio è in crisi. Ci si sposa poco e quando lo si fa, basta poco perchè la coppia scoppi. La pazienza e l’arte del compromesso sono parole sconosciute alle coppie d’oggi.
La donna oggi sogna la carriera, poi a quarant’anni sente il bisogno di diventare madre, ma avere un compagno è un optional. L’uomo invece spesso non sa chi sia e forma una famiglia solo se costretto.
“Un fidanzato per mia moglie” inizia come una favola quando la giovane coppia Simone (Kessisoglu) e Camilla (Cucciari) decidono di sposarsi. Camilla per amore lascia il suo lavoro in radio e l’amata Sardegna per seguire il marito a Milano. Ma poco dopo nascono subito i problemi. Camilla non si adatta alla vita milanese, non lavora e si rinchiude in casa rivelandosi una donna fastidiosa e con un carattere spigoloso. Simone oppresso e stanco delle “paturnie” della moglie sogna la separazione, ma non ha il coraggio di parlarne alla moglie. Così su consiglio dell’infedele amico Carlo (Abbrescia) decide d’ingaggiare il Falco (Bizzarri), noto play boy specializzato nel sedurre le mogli. Simone, colpito positivamente dal cambiamento di Camilla tornata nel frattempo a lavorare in radio, decide di fermare la seduzione del Falco.
Il film è il remake del film argentino del 2008 “Un novio para mi mujer del 2008”. Pur non essendo una sceneggiatura originale, dimostra un’apprezzabile freschezza narrativa e una discreta vivacità nei dialoghi.
Il film piace e diverte soprattutto per la convincente interpretazione di Geppi Cucciari.
L’attrice sarda si conferma talentuosa e capace di modulare con intelligenza i toni della commedia senza perdere efficacia e incisività nell’interpretazione.
Cucciari è il classico caso di un brava attrice che sotto i riflettori diventa anche bella e sensuale.
Il cast maschile fornisce una prestazione dignitosa, ma senza particolari sussulti creativi. Un po’ più briosa l’interpretazione di Corrado Fortuna.
Divertente il cameo ”audio” di Daria Bignardi, nel ruolo della psicologa.
Marengo si conferma un talentuoso e creativo regista da tenere d’occhio. Esalta le qualità della Cucciari e dando nel complesso un discreto ritmo al film.
Il finale è scontato e prevedibile, ma comunque emotivamente valido grazie alla bravura degli interpreti.
Il film regala due certezze allo spettatore. La prima che ammettere quali cose non ci piacciono è divertente e che soprattutto il matrimonio forse è in declino, ma non l’amore.
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